Riserva amara
20 anni fa a Roseto Cologna ci siamo svegliati una mattina e ci hanno detto che da quel momento vivevamo in una riserva. Accanto alla strada statale adriatica, dove non ci sono nemmeno i topi, da quel momento c’era la riserva naturale, e noi siamo accanto a benzinai, capannoni, ristoranti, ma da quel momento eravamo in una riserva naturale. Certo che con la riserva ci uscivano belli stipendi per alcuni personaggi vicini alla politica, e ci sarebbe stato tantissimo potere su di noi.
Noi però con la riserva avevamo perso tutti i diritti, non più la proprietà, che è disponibilità, o la possibilità del lavoro, e poi alla fine ci hanno tolto pure il diritto di protestare, la libertà di espressione.
La casa nostra, dei genitori, dei nonni non poteva più avere modifiche, non potevamo più brecciare un piazzaletto per il trattore per non farlo sprofondare nel fango, se pulivamo il fosso dalle canne per non farlo esondare era devastazione di habitat, fino a 18 mesi di carcere, se potavamo i nostri ulivi la mattina dopo all’alba si presentavano i Carabinieri forestali ed erano denunce.
E poi sono arrivate delle squadre che si facevano chiamare i “volontari”, costoro erano persone di città, perlopiu’ con impieghi nei quali non avevano mai sudato, perlustravano in gruppetti le nostre terre e controllavano intorno alle nostre case, pronti a denunciarci per qualsiasi sciocchezza. Loro facevano politica, erano i militanti della politica, e i cattivi maestri delle scuole gli mandavano i bambini per indottrinarli.
I “volontari” erano amici del Padrone (sotto sotto), il politico che controllava tutto il territorio. Dicevano di essere ambientalisti ma poi quando al Padrone serviva di far arricchire alcuni proprietari delle terre sul mare, gli “ambientalisti” facevano le “perizie” che li’ non c’erano gli uccelletti fratini e le tartarughine, e così sul mare sarebbero nati palazzi ed alberghi, un’immensa colata di cemento, sugli ultimi prati e dune. E i palazzinari del mare poi “ringraziavano” i Padroni della politica.
Noi abbiamo provato a protestare, pochi di noi, perché la maggior parte di noi cafoni aveva il terrore del Padrone, di metterci in cattiva luce con il Padrone, il politico che controlla tutto a Roseto Cologna.
Quei pochi che hanno osato protestare hanno avuto i giornali e la televisione contro, abbiamo provato a farci sentire su Facebook e sono arrivati gli hacker a farci tacere, attaccando la nostra pagina Facebook. E poi una multinazionale dell’ “ambientalismo” ha preteso che chi si lamenta di noi venga mandato in carcere, e così ci hanno tolto anche l’ultimo ed unico diritto che ci era rimasto: la libertà di espressione.
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