La riforma della riserva a Roseto Cologna
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La riforma della riserva a Roseto Cologna

da | Mar 23, 2024 | Appelli | 0 commenti

IllustrissimoGovernatore Marco Marsilio, componenti della Giunta e Consiglieri regionali
E per conoscenza Ministri Ambiente, Agricoltura, Autonomie, Presidente Corte Costituzionale, Presidente TAR Abruzzo

Come pensiamo si debba operare a livello Regione Abruzzo per la riserva a Roseto Cologna. Un episodio rilevante anche per la riflessione politica, etica e giuridica sul tema riserve a livello nazionale

Quando a fine dicembre la Regione ha operato la riforma della riserva era stato detto fin da subito che era una riforma provvisoria, in attesa di un confronto con i tanti soggetti interessati, per arrivare ad un assetto definitivo immediatamente dopo le elezioni. Il criterio del Centrodestra con il provvedimento di fine dicembre e’ stato di gettare un sasso nella palude della riserva stagnante da 20 anni senza nemmeno il Pan e le Osservazioni. E poi dopo le elezioni arrivare ad un assetto definitivo.
Il procedimento di riforma operato a fine dicembre poteva anche avere dubbi di costituzionalità, ma non era grave, data la natura comunque provvisoria del provvedimento, per rimuovere la palude che stava massacrando la popolazione. In proposito c’è da dire che già da ottobre pende un ricorso al TAR e alla Corte Costituzionale da parte del Presidente dell’Associazione agricoltori proprietari e residenti Roseto Borsacchio che mette in discussione la costituzionalità anche e soprattutto della legge istitutiva della riserva, avvenuta con le stesse modalità della riforma operata a fine dicembre in Regione.
Adesso a nostro avviso la Regione dovrebbe dare 30 giorni al Comune e alla Provincia per proporre un progetto di assetto definitivo. E’ troppo complesso stare a sentire formalmente in questa fase i singoli soggetti privati o associazioni che possono presentare una miriade di proposte. Ci sarebbero troppi interessi contraddittori, inconciliabili. I proprietari, agricoltori, residenti, vorrebbero che la riserva fosse solo i 25 ettari sul mare. I verdi vorrebbero un feudo di migliaia di ettari con comprese tutta Cologna spiaggia e Giulianova sud. Per loro questo significherebbe tanti soldi pubblici ed un immenso potere. E’ impossibile trovare una quadra. Per questo processo di ascolto formale di singoli ed associazioni esistono le Osservazioni al Pan. E bisogna anche tenere presente che i politici non vivono sulla luna e che per formare le loro opinioni, e quindi le loro proposte politiche, tengono conto delle indicazioni che gli provengono dai singoli e dalle associazioni interessate alla vicenda, per cui quando i politici e cioè la Regione, la Provincia e il Comune, formulano una proposta e’ anche alla luce di quanto loro segnalato e richiesto dai loro riferimenti territoriali, singoli ed associazioni.
Bisogna anche tenere presente la realtà politica del Comune di Roseto, che non è un’entità astratta ma ha un Sindaco eletto e sostenuto da Azione, con enormi interessi economici ed elettorali con i verdi, e pertanto va visto come organico agli interessi dei verdi con i quali sta consentendo tremende speculazioni immobiliari anche sulle aree della riserva.
Per quanto riguarda la Provincia, è gestita dalle sinistre e il tema riserva è stato uno degli elementi principali della campagna elettorale. Quindi la volontà in merito all’assetto territoriale che potrebbe esprimere la Provincia e’ un tutt’uno con la militanza politica.
La Regione ha già fatto con il Centrodestra a fine gennaio una proposta di riserva su 200 ettari che comprendono la fascia sul mare e le colline della prima linea sul mare, la quinta scenica.
La Legge quadro sui Parchi e la normativa di settore va interpretata. Se l’interpretazione è che per istituire e poi modificare una riserva occorre l’accordo di tutti, quindi Regione, Provincia, Comune, ed inoltre decine di soggetti privati, in forma singola o associativa, questo è, e sempre sarà, IMPOSSIBILE. Quindi ci deve comunque essere un atto di imperio. Che deve avere motivazioni argomentate, che deve prendere in considerazione le proposte di Comune e Provincia, ma questo non significa che la Regione debba accontentarle. E’ la Regione che si deve prendere la responsabilità. Poi in Regione se vince le elezioni il Centrodestra si può fare una scelta che può differire da quella che si farebbe se vincono le sinistre.
Inoltre bisogna tenere presente che se la riserva è su terreni pubblici c’è più libertà per la politica. Se invece è per la sua totalità su terreni privati, nella fase di istituzione e modifica dell’assetto territoriale e nella successiva delle Osservazioni al Pan andranno prese in considerazione con particolare attenzione le istanze dei proprietari, degli operatori economici del territorio, agricoltori, imprese, operatori turistici.
Quindi il processo deve essere:
30 giorni per Comune e Provincia per presentare in Regione le loro indicazioni sull’assetto territoriale della riserva. Poi la Regione decide in tempi brevi sentite le strutture tecniche, e con una logica che è anche inevitabilmente politica (e quindi è nell’essenza stessa delle cose che varino le conclusioni se a governare c’è il Centrodestra oppure le sinistre), poi passaggio in Consiglio (e qui si concretizza la forza politica), quindi il Pan, da predisporre da parte del Comune non in 18 anni ma in 90 giorni, poi le Osservazioni, da esaminare in due mesi e non in tre anni.
Nel frattempo non possono valere le clausole di salvaguardia del passato, ma solo quelle dell’ultimo assetto della riserva, quindi nel caso di Roseto Cologna le clausole di salvaguardia, in attesa dell’assetto definitivo, dovrebbero valere solo per i 25 ettari della fascia protetta ferrovia-mare. Non ha un senso giuridico applicare leggi passate, piuttosto che quelle in vigore, ad un contesto attuale.
Al di fuori di questo iter che abbiamo disegnato diventerebbe impossibile istituire e modificare le riserve regionali. C’è solo il caos, come stiamo vivendo da 20 anni a Roseto Cologna.
Rimane il problema di fondo che al cambiare delle formazioni politiche che governano la Regione possono cambiare gli assetti territoriali delle riserve. Ma questo è inevitabile. E’ la democrazia. L’unico rimedio è il ricorso alla Corte Costituzionale, che valuta in modo più super partes rispetto alle Regioni la fondatezza degli argomenti a fondamento dell’assetto territoriale delle singole riserve e dei Parchi. Questo genere di contraddittorio è inevitabile, e’ l’essenza stessa della politica, dell’etica, del diritto. Se nella società moderna un elemento importante da tenere in considerazione come collettività e’ anche la tutela ambientale, che in parte si esercita con le riserve regionali, sarà inevitabile che il contraddittorio politico, etico, giuridico investa anche questo ambito e quindi la popolazione, nel suo insieme e per singoli soggetti e categorie, subisca le conseguenze di questo contraddittorio.

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