La paura della popolazione rurale abruzzese
Appello a Giorgia Meloni e Marco Marsilio
Tutti i giorni ci contatta qualcuno, la maggior parte dall’area della ex riserva Borsacchio di Roseto. Ma anche da Atri e da Castelli.
Ci raccontano storie tremende di cosa vuol dire vivere sotto una riserva in condizioni di semi schiavitu’, con le squadre della milizia verde che perlustrano il territorio a caccia di contadini da denunciare.
Noi diciamo a tutti di rilasciare una testimonianza, un video, delle dichiarazioni, di fare una riunione con un gruppetto di loro e qualcuno di noi.
Ma hanno paura, non vogliono esporsi. A Roseto la popolazione rurale teme che se vincono le elezioni le sinistre (Azione, Pd, grillini) poi torna la riserva, come hanno promesso D’Amico e Schlein, e si allarga pure, sulle colline fino almeno a Montepagano, Cologna paese, forse Morro D’Oro e Notaresco, e sul mare a prendere tutta Cologna spiaggia fino al Tordino. E sempre senza bisogno di dare giustificazioni ambientali, solo tanto territorio per avere gli stipendi pubblici del carrozzone e poi un assoluto potere sulla popolazione vittima. I verdi vorrebbero addirittura che diventasse riserva la strada statale adriatica, per tutelare la “naturalità” di benzinai, capannoni e case. E D’Amico ha anche promesso che se vince riempie l’intero Abruzzo di riserve come a Roseto, ingiustificate e magnaccione.
Se torna la riserva chi si è esposto contro i verdi o il Sindaco rischia di non avere più un permesso per tutta la vita, di essere massacrato di denunce, di dover emigrare.
E invece i boss della politica si gestiscono il territorio come vogliono, facendo costruire sul mare palazzi e alberghi, e dando i permessi per centinaia di sdraie e ombrelloni sulle dune della riserva. Alla faccia dell’uccelletto fratino e della tartarughina. Milioni di euro di guadagni per gli imprenditori amici. Tanto pappa e ciccia. Con le perizie abusive dei verdi che certificano al Sindaco che il fratino c’è solo dove fa comodo che ci sia.
Mentre un agricoltore e chi ha casa in campagna viene denunciato penalmente, fino a 18 mesi di carcere, se pota i suoi ulivi, taglia le canne dal fosso ostruito che esonda, ridipinge le persiane di casa, breccia un piazzaletto per non far sprofondare il trattore nel fango.
La gente ha paura che se vincono D’Amico e le sinistre e torna la riserva se si sono esposti con critiche poi gliela fanno pagare carissima.
In Abruzzo nel 2024 ormai si vive così, molto peggio che sotto la mafia del resto del meridione.
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